SALUTO DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA
Autorità tutte, Signore e Signori,
voglio rivolgere al Consiglio Nazionale Forense un sentito ringraziamento per aver organizzato l’odierna occasione di confronto su un tema così rilevante per la nostra giustizia civile.
Siamo tutti consapevoli di quanto in questi anni sia stata diffusa, anche a livello internazionale, la critica al funzionamento della giustizia italiana ed al settore civile in particolare. Come si sa, gli effetti di cause trascinate a lungo nei tribunali e di un tasso di litigiosità molto alto incidono sulla fiducia del cittadino e delle imprese riguardo al servizio offerto dalla giustizia. In un quadro complessivo dì criticità che non è mia intenzione esaminare, gli interventi legislativi predisposti ed ora in discussione, insieme a quelli già attuati, si muovono su più fronti, tra cui ricordo soltanto quello concernente il processo civile e quello relativo alla specializzazione dei tribunali. D’altra parte, di fronte ad un pesante fardello rappresentato dall’arretrato civile, questo Governo ha ritenuto sin dall’inizio di intervenire sul fronte della domanda di giustizia favorendo strumenti di risoluzione alternativi alla giurisdizione. Strumenti, questi, in parte già previsti nel nostro ordinamento, ma che potevano e debbono ancora essere rafforzati.
Non solo in ragione del fatto che grazie ad essi sono stesse parti ad autodefinire il proprio assetto di interessi. Ma anche nella considerazione di procedere ad una regolamentazione del procedimento attraverso cui le parti possono pervenire alla definizione della controversia soprattutto all’efficacia da attribuirsi all’accordo raggiunto.
È stato rafforzato il procedimento di media-conciliazione già introdotto negli anni precedenti e reso obbligatorio per determinate materie più suscettibili di procedimento negoziale. Si e regolata la negoziazione assistita, introducendo in modo generalizzato una procedura amministrata e regolamentata. Essa è stata estesa anche alla materia matrimoniale, consentendo in alcuni casi specifici la separazione e il divorzio consensuale davanti al sindaco senza l’obbligo dell’avvocato e con un costo molto basso.
Oggi, dati statistici relativi all’anno 2015 danno una prima significativa misura di quanto fatto. Per quanto riguarda il procedimento di mediazione, infatti, si evince che, se da un lato solo il 44,9 per cento della parte invitata compare, d’altro lato, ove la stessa compare, l’esito positivo delle mediazioni è del 43,5%. Il che vuoi dire, semplicemente, che se le parti intendono effettivamente procedere oltre il primo incontro, vi è un’alta percentuale di possibilità che le stessi trovino un accordo.
Guardando ad una dimensione più generale, si potrebbero ricordare i dati a consuntivo da cui emerge che, rispetto al 2013, nel 2015 sono calate di circa 200.000 le iscrizioni di nuovi affari di civile ordinario. E nello stesso periodo sono calati anche ricorsi in Appello del -10%. Senza dubbio, i fattori che hanno inciso su questo decremento sono molteplici, e tra questi non ultima ha inciso anche la crisi economica. Ma un panorama di cause complesse non ci deve far trascurare l’incidenza che provvedimenti di degiurisdizionalizzazione hanno avuto sulla realtà che esaminiamo attraverso i dati.
Non voglio, però, andare oltre enumerando dati, che peraltro immagino saranno considerati approfonditamente durante convegno. Mi limito a dire invece che l’attenzione del Governo è alta rispetto ai punti che richiedono ancora una sistemazione. Penso ai quei profili che consentirebbero di utilizzare in modo più adeguato gli strumenti di risoluzione alternativa. Penso ad un ulteriore allargamento delle materie obbligatoriamente destinate alla mediazione. Ed ancora al potere già oggi attribuito al giudice di imporre le parti del giudizio e di attivare il procedimento dove ne veda i presupposti. In quest’ottica di elevato interesse, ho voluto istituire una commissione di studi presso il Ministero con la finalità di segnalare proposte dirette alla armonizzazione e razionalizzazione del quadro normativo vigente.
E per un maggior coinvolgimento dell’avvocatura, ho affidato la presidenza della commissione al Prof. Alpa, che conoscete bene in quanto Presidente del CNF fino a pochi mesi fa. Sarà, quindi, sulle preziose indicazioni provenienti dalla commissione, oltre che da occasioni di studio come quella odierna, che si porranno le basi per i necessari interventi normativi diretti a rendere più efficace il ricorso agli strumenti alternativi di della controversia.
Vi ringrazio